Sotto la generica sigla di “Scuola di Parigi” si raccolgono alcune figure di artisti che non aderirono alle correnti che imperavano nel mondo artistico dell’epoca ma che, giunti a Parigi, si alimentarono della sua particolare atmosfera e dei contatti con numerosi altri pittori, dando vita a fecondi dibattiti nei numerosi locali pubblici parigini. Sullo sfondo vi era il quartiere di Montparnasse di Parigi e il noto edificio denominato La Ruche, (l’alveare) che per la sua struttura a forma poligonale consentiva di ospitare numerosi atelier di artisti, che spesso vi vivevano, in una sorta di completa simbiosi tra vita e arte, ritrovandosi nei caffè e facendo nascere spesso i nuclei principali di tendenze che diedero luogo alle grandi rivoluzioni artistiche di tempi successivi. Soutine, Chagall, Kisling, Max Jacob, Picasso, furono i protagonisti, insieme a Modigliani, della Scuola di Parigi e realizzarono opere che sono ormai entrate a far parte della storia dell’arte.
«La modernità – questo gran mistero – abita ovunque a Parigi: la si ritrova ad ogni angolo di strada, accoppiata a ciò che era un tempo, pregna di ciò che sarà. Come Atene ai tempi di Pericle, oggi Parigi è la città dell’arte e dell’intelletto per eccellenza». Sono parole di De Chirico, del 1925, che evocano lo splendore della capitale francese in quel periodo irripetibile ricordato come “gli anni folli”.